Indipendenza tecnologica ed industriale: la base dell’innovazione

La tutela della concorrenza è un fattore di grande importanza per il mantenimento di un mercato unico digitale, aperto e competitivo. L’Italia in questo, appare essere uno dei Paesi che tra i primi ha posto in essere avanzamenti importanti sul tema, raggiungendo in sede parlamentare una forma di convergenza politica sul tema della concorrenza in quanto passaggio fondamentale per la realizzazione di un mercato libero.

In particolare, la tutela che si vuole rafforzare con un intervento normativo, deve essere intesa non soltanto nei confronti dell’offerta, ma anche nei confronti della domanda di mercato. È necessario quindi, tutelare l’economia anche a favore delle tante PMI e delle microimprese che formano una quota rilevante del nostro tessuto industriale.

Per questi operatori operatori economici, spesso l’accesso ai servizi di cloud computing può presentarsi come un universo complesso tra cui districarsi. Questo perché i contratti e le licenze non appaiono semplici da comprendere, specialmente quando termini e condizioni non sono immediatamente disponibili in lingua italiana. E questo genera spesso il timore di operare scelte sbagliate sotto il profilo tecnologico e commerciale, o comunque porta a scelte poco efficienti.

Tuttavia lo sviluppo e l’innovazione nascono dalla progettualità e da investimenti nell’imprescindibile settore tecnologico di riferimento. Per questo la tutela della competitività del mercato del Cloud computing appare oggi un fattore oltremodo fondamentale.

Un modo semplice ed efficace per perseguire questi risultati è combattere la nascita o il rafforzamento di posizioni dominanti sul mercato, opponendosi alla nascita di monopoli e oligopoli collusivi, per un equo bilanciamento tra grandi e piccoli operatori come garanzia di poter operare all’interno di un mercato sano e competitivo.

In questa ottica riveste un ruolo fondamentale il rafforzamento delle tutele contro gli abusi di dipendenza economica e un rinnovato interesse a salvaguardare i dati delle nostre PA, che all’interno di un mercato governato da regole poco chiare, potrebbero essere confuse e operare scelte inefficienti. Tutto questo accade in un momento di grande trasformazione digitale del Paese, un fattore importante che potrebbe dare una svolta positiva anche al processo di digitalizzazione della PA.
Gli operatori privati possono accompagnare certi processi di cambiamento anche cooperando con le PA locali per accompagnarle in una scelta consapevole ed a processi decisionali che possano raggiungere gli obiettivi in maniera più semplice e spedita.

È importante allora, che il processo di normazione si mantenga nei vincoli eurocomunitari, affinché ci sia un approccio europeo, sia regolatorio che industriale. Il Cloud computing deve rimanere un interesse strategico ed anche pubblico e sicuritario, affinché i dati degli italiani possano essere salvaguardati da forme di trattamento abusive. Le pratiche scorrette devono essere scoraggiate, e torna quindi ad essere centrale la creazione e la tutela dell’ecosistema digitale Europeo, che può pienamente realizzarsi solo se adempie ai principi della trasparenza e della sovranità digitale. Non si può rinunciare, una volta che si è intrapresa questa strada, ad un polo di provider indipendenti nazionali, che devono essere sostenuti contro l’oligopolio di grandi imprese globali, per far nascere competenze interne e portare ad una piena indipendenza tecnologica e industriale che fa fiorire l’innovazione nel nostro Paese.

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