Zunino: al cloud italiano serve l’indipendenza sui dati

Per il presidente del Consorzio Italia Cloud e AD di Netalia, dobbiamo puntare a costruire un’infrastruttura cloud nazionale robusta e sicura

Il 2025 si apre con una riflessione sul modello di gestione ideale del grande patrimonio del nostro tempo: i dati elettronici. Questo modello deve essere improntato a una reale indipendenza digitale. Michele Zunino ne ha parlato su ICT Business, commentando le intenzioni di investimento in Italia dei grandi player globali: ciò che può apparire come una strategia collaborativa cela una logica di business predatoria “che può ipotecare la nostra capacità di sviluppo autonomo dei prossimi decenni”.

In questo scenario, l’Italia dovrebbe puntare sul sistema regolatorio e sulla costruzione di un’infrastruttura nazionale robusta e sicura. Anche perché oggi la visione di un mondo senza confini fisici e digitali è in via di ripensamento e deve trovare un punto di equilibrio e un valido compromesso, una via possibile a una sorta di “deglobalizzazione”.

Il posizionamento di Netalia si muove in questa logica, puntando sull’idea di operare in un perimetro nazionale e sulla propria Cloud Platform come infrastruttura comune per tutti i canali di diffusione della propria offerta. “La gestione dei silos tecnologici e le necessità stringenti di compliance fanno sì che le aziende debbano cercare partner prossimi culturalmente e geograficamente”.

“Il vero snodo, oggi, non riguarda chi possiede i dati, bensì chi dispone della capacità di processarli. La quantità è in costante crescita, lo sappiamo, quindi occorre capacità di calcolo per renderli fruibili ed estrarne il valore”.

Crediti immagine: ICT Business, immagine generata con AI

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